“The Seventies”, la tribute band degli “Chic”, in tour

“Tutti, in tutto il mondo, lo sentono nell’aria, oh sì, è il momento di allentare la pressione…”, canta il coro nell’ultimo pezzo dei Duran Duran, “Pressure off”, appunto. Parto dalla fine, da questo brano che è il terzo bis chiesto dalla piazza festante alla band sul palco, “The Seventies”. Generosa, perché dopo due ore no stop, dopo il secondo bis, mentre si apprestava al turn off, non dice di no al pubblico che ne vuole ancora. Di musica, di cantare, di ballare un po’, di respirare spensieratezza, allentare la tensione dopo l’ennesima notizia che scuote il mondo per la sua cieca violenza.

È un viaggio nella musica dance, trascinante, con hit del passato e nuove, canzoni che conoscono a memoria tante generazioni. Una musica senza tempo se fa ballare i bambini e i settantenni.

La band “The Seventies” è nata per celebrare il gruppo americano degli “Chic” e i loro fondatori, Nile Rodgers e Bernard Edwards, che sono stati leader indiscussi della musica funk disco dance negli anni ’70 e ’80. E ne è l’unica tribute band italiana attualmente attiva. La compongono dieci musicisti di vasta esperienza quali: Isabella Del Principe (voce), Jessica Angiolini (voce), Francesco Polizzi (chitarra, voce), Paolo Iagnocco (basso, voce), Perry Miracco (voce e tastiere), Alessio Buccella (tastiere), Alfredo Flaminio (batteria), Arturo Giordano (percussioni), Aldo Milani (sax) e Andrea Lagi, sostituito per questa serata da Emanuele Barbetti (tromba).

Brani storici come “We are family”, “Freak out” e “Good times” sono stati le colonne sonore dei sabato sera nelle discoteche di fine secolo. Ancora oggi, Nile Rodgers produce i maggiori successi del momento, su tutti “Get lucky” e “Happy” dei Daft Punk, “Pressure off” dei Duran Duran, che infatti sono inseriti nella scaletta dei brani proposti da “The Seventies”, che nell’occasione del ventennale della scomparsa del bassista e co-fondatore degli “Chic”, Bernard Edwards, presenta uno spettacolo che ripercorre fedelmente, sia come scaletta, che come numero di musicisti, il concerto che gli “Chic” stanno portando in giro nella tournée mondiale. Li abbiamo ascoltati a Scarlino Scalo (Grosseto), cantando, non resistendo a star fermi nelle sedie… E adesso ci aspettiamo di sentirli presto in un nuovo concerto. Freak out! La musica spazza via la stanchezza e i soliti pensieri che spesso appesantiscono il quotidiano. La mente si riposa, anzi danza.

Bia Góes, la nuova regina del Forró: “Canto la libertà dei popoli”

Lei è come la immaginavo. Stavolta per l’intervista ho bisogno dell’interprete, anche se qualche parola la capisco, forse perché so lo spagnolo. Ma è un limite alla comunicazione diretta che vorrei non ci fosse e così ho deciso di imparare anche il brasiliano, che ha una sonorità che mi incanta. Stasera, 15 luglio, il Vox Mundi Festival, al teatro all’aperto Le Ferriere di Follonica, ospita Bia Góes, una delle nuove regine del Forró, genere musicale tradizionale tipico del nord est del Brasile. Il Forró è da anni conosciuto e apprezzato in tutto il mondo ed è ovunque sinonimo di ballo, allegria, divertimento. Bia Góes, finalista del Prêmio da Música Brasileira 2014, viene da San Paolo ed è per la prima volta in Italia grazie all’invito di Vox Mundi Festival, diretto da Carla Baldini, che ha organizzato per lei una mini-tournée presentata da Max de Tomassi nella trasmissione radiofonica cult “Brasil” e che ha già fatto tappa con grande successo in alcuni dei festival più importanti e significativi della penisola, come JazzUp (Viterbo), Suoni Mobili (Lecco), “Esterno Notte” (Varese), “Patchwork” (Arzignano), per concludersi proprio a Follonica a Le Ferriere.

Qual è il fascino del Forró?

“È una musica per tutti, come dice il nome stesso che deriva dall’inglese for all, per tutti, appunto. È un ritmo allegro, libero, racconta storie di vita quotidiana, di amori che vanno bene o male, di crescita dell’individuo. Il Forró canta la libertà delle persone e dei popoli di muoversi, di viaggiare e cercare fortuna”.

Come ti stai trovando in Italia?

“Benissimo, è un Paese meraviglioso, costellato di luoghi affascinanti. Il pubblico manifesta il proprio interesse per la musica, talvolta ballando, altre volte cantando. Avverto il suo affetto, il calore”.

Qual è l’emozione più grande in un concerto?

“Quando chiudo gli occhi e sento che non c’è separazione tra me, i musicisti e il pubblico”.

Sei cresciuta in un ambiente familiare di musicisti, in che modo ti ha influenzato?

“Mi ha aiutato ad apprendere e possedere il linguaggio musicale con più fluidità. Mia madre Silvia è stata a lungo la pianista di Toquinho e anche mio padre ha suonato con importanti musicisti”.

Con Ricardo Valverde siete compagni nella vita e nel lavoro. Com’è unire le due sfere?

“È stupendo perché mi sento incentivata e protetta, e cresciamo insieme”.

Bia Góes ha sempre dimostrato una grande versatilità e capacità nell’affrontare i generi tradizionali brasiliani, dal samba al forró. Il suo primo album da solista “Todo Mundo Quer Dancar Baiao” del 2013 l’ha consacrata come una delle rivelazioni più interessanti della musica popolare brasiliana. Compagni di viaggio del Bia Goes tour sono Ricardo Valverde (zabumba e direzione musicale), Pasquale Rimolo (fisarmonica), Paolo Mari (chitarra) e David Domilici (triangolo). Inizio dello spettacolo alle 21.30, biglietti a 10 euro (ridotto sotto i 21 e sopra i 60 anni) e 12 euro (intero), comprensivi di degustazione di vini e prodotti tipici La Selva. I biglietti sono in vendita sul circuito Box Office e dalle 18 al botteghino de Le Ferriere.