Giardino dei Tarocchi, un’esperienza onirica

Spicca in prima pagina sul numero di novembre 2018 di Borghi magazine: il Giardino dei Tarocchi. Giochi di specchi e colori vivaci danno forma a opere oniriche strabilianti eppure in armonia con la macchia mediterranea in cui sono immerse. Il Giardino dei Tarocchi, parco artistico che si trova nel comune di Capalbio, è stato ideato dall’artista Niki de Saint Phalle ed è popolato di statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei Tarocchi. Un lavoro fortemente creativo ma anche uno sforzo economico notevole da parte di Niki che ha voluto lasciare alla Maremma questo immenso dono, visitato ogni anno da decine di migliaia di persone, soprattutto turisti stranieri.

Su Borghi magazine (rivista scritta in italiano e in inglese), per quanto riguarda Capalbio, oltre al Giardino dei Tarocchi si parla dell’Oasi Wwf del Lago di Burano, di palazzo Collacchioni con il fortepiano suonato da Puccini, di itinerari da visitare e da gustare con prelibatezze enogastronomiche. Non mancano gli eventi, come quelli curati da Zigzag e dal Comune (Capalbio Libri), i consigli su dove mangiare e dormire.

Da vedere senz’altro il Giardino dei Tarocchi. Seguendo l’ispirazione avuta durante la visita al Parc Guell di Gaudí a Barcellona, poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo, Niki de Saint Phalle inizia la costruzione del Giardino dei Tarocchi nel 1979. Identificando nel Giardino il sogno magico e spirituale della sua vita, Niki si è dedicata alla costruzione delle 22 imponenti figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate, per più di diciassette anni, affiancata, oltre che da diversi operai specializzati, da una equipe di nomi famosi dell’arte contemporanea e soprattutto dal marito Jean Tinguely, scomparso nel 1991, che ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro. All’opera hanno collaborato anche Ricardo Menon, amico e assistente personale di Niki, e Venera Finocchiaro, ceramista romana; le sculture più piccole del Giardino, realizzate a Parigi con l’aiuto di Marco Zitelli, sono state poi prodotte in poliestere da Robert, Gerard e Olivier Haligon. L’architetto ticinese Mario Botta, insieme all’architetto grossetano Roberto Aureli, ha disegnato il padiglione di ingresso: uno spesso muro di recinzione con una sola grande apertura circolare al centro, pensato come una soglia che divida nettamente il Giardino dalla realtà quotidiana. Terminata nell’estate del 1996, la realizzazione del Giardino ha comportato, oltre a un enorme lavoro di impianto, una spesa di circa 10 miliardi di lire interamente autofinanziati dall’autrice. Nel 1997 Niki de Saint Phalle ha costituito la Fondazione Il Giardino dei Tarocchi il cui scopo è di preservare e mantenere l’opera realizzata dalla scultrice. Il 15 maggio del 1998 il Giardino dei Tarocchi è stato aperto al pubblico.

Dietro le complesse figure, che possono apparire bizzarre,si cela un profondo significato simbolico. Le sculture ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi costituiscono l’ultima tappa di un percorso artistico iniziato da Niki a metà degli anni Sessanta, dopo aver abbandonato il Nouveau Réalisme e gli assemblaggi polimaterici per la creazione delle cosiddette Nanàs, enormi, sinuose figure femminili percorribili e abitabili. Nei colori intensi e vivaci, nella solarità ispirata ai maestri del cromatismo, le corpose sculture del Giardino dei Tarocchi, rivestite di abiti di luce, emozionano lungo un percorso dominato soprattutto dalla presenza di un femminile potente. Tra le migliaia di immagini di Niki declinate al femminile, tra cui le celebri Nanàs, risaltano quelle rappresentate negli Arcani maggiori del Giardino: la Papessa, l’Imperatrice, la Forza, la Giustizia, la Temperanza rimandano a un femminino magico e sacro. L’originaria ribellione femminista di Niki si è stemperata con gli anni in un linguaggio meno provocatorio, che ha celebrato la cultura ambientale, pacifista, multietnica, in modo diverso e femminile. Un linguaggio che ha rifiutato la razionalità per abbandonarsi al gioco, all’immaginazione e alla visione istintiva. A gennaio, febbraio, marzo, novembre e dicembre, il primo sabato di ciascun mese dalle 9 alle 13 è stato concesso ai visitatori l’ingresso gratuito. Il Giardino dei Tarocchi è aperto dal 1 aprile al 15 ottobre, dal lunedì alla domenica, dalle 14.30 alle 19.30. Il biglietto intero costa 12 euro, il ridotto 7 euro. I bambini con meno di sette anni entrano gratuitamente. Andate a visitarlo, vi affascinerà. Alcune opere possono essere ammirate anche dall’interno, tra pareti di specchi dove giocare a disorientarsi.

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