Il nuovo avvincente libro della scrittrice Petri è pubblicato da Transeuropa edizioni
Nelle atmosfere seducenti di Ankara si apre il nuovo romanzo di Cinzia Petri, “Io sono figlia unica”, pubblicato da Transeuropa edizioni. Libro avvincente, che tiene alta la curiosità del lettore fino all’ultima pagina, quando si rimane spiazzati. Amelia è la moglie di Cosimo, impiegato al consolato italiano nella capitale turca.
Ero costretta ad agire in un raggio limitato, in quegli ambienti, nella scontatezza dei riti sociali.
La donna mostra un’intolleranza verso i “sorrisi di plastica” delle persone che è tenuta a frequentare, fugge appena può, le basta rifugiarsi nella toilet per mettersi in salvo da feste piene di “matrone incartate nell’adipe” e ragazzine che si affannano intorno agli uomini di potere. Amelia non sembra gelosa della propensione del brillante marito ad avere storie extraconiugali, addirittura diventa amica di una sua amante, Adalet. Del resto è quella più simpatica. Quel mondo di hammam piastrellati di mosaici, tè nero servito in bicchieri a forma di tulipano, di gustosi datteri neri, caffè turco e tazze di tè al gelsomino servito su vassoi d’argento, deve essere abbandonato all’improvviso. Uno scandalo provocato dalle scappatelle di Cosimo li riporta a Roma. La città è tratteggiata dalla scrittrice in maniera appassionata, per emozioni più che per descrizioni. Forse all’inizio è solo per sfuggire alla noia che Amelia si invaghisce di una casa, che poi scoprirà chiamarsi Villa Verde. Proprio lì vorrebbe andare ad abitare, qualcosa di quella bellezza decadente la attrae in maniera potente. Adalet, con gioia di entrambi i coniugi, li raggiunge a Roma e accompagna Amelia in una sorta di indagine per scoprire chi sia il proprietario della villa ma soprattutto come fare a contattarlo. Il romanzo assume una connotazione investigativa, tenendo elevata la tensione e coinvolgendo il lettore nella caccia all’indizio. Lungo questo percorso di ricerca, tra sigarette fumate troppo in fretta e cocktail di prima mattina, l’amicizia tra Amelia e Adalet sembra incrinarsi, il passato riemerge definendo meglio la propria identità nel presente. Quel viaggio a ritroso nella vita del proprietario della Villa, che diventa protagonista del racconto più che semplice luogo, conduce a scoperte inaspettate.
La scrittrice Cinzia Petri sonda l’animo umano con parole intense, narra con ironia e leggerezza, intesse sogni a occhi aperti nella trama del romanzo, come ricami preziosi e rivelatori.
La scrittrice Cinzia Petri (foto di Maurizio Panerati)
Così vanno le cose, la vita ci insegue per le vie più impervie.