Marcello Pagliai narra con amore uno spaccato di vita contadina
Un libro spesso appassiona perché ci ritroviamo qualcosa di noi: un luogo a cui siamo affezionati, emozioni o situazioni che abbiamo sperimentato, un vezzo del comportamento. Leggendo “Il bimbo di Fatini. Uno spaccato di vita contadina del ventesimo secolo” di Marcello Pagliai, Edizioni Heimat, mi sono tornati in mente ricordi dei miei bisnonni, quando la sera nella campagna maremmana si stava a veglia. Sono memorie affettive narrate col cuore quelle che scorrono tra le pagine disegnando un’epoca che non esiste più. Ma non è sulla malinconia che punta il racconto bensì sulla gioia del rievocare. Lo spunto per scrivere questo testo autobiografico è arrivato a Pagliai dall’associazione culturale Lettera appenninica della montagna pistoiese che lo aveva invitato a mettere insieme una piccola storia su Fatini, podere dove l’autore aveva trascorso l’infanzia.
Intorno agli anni Cinquanta del ‘900, nella montagna sopra Spignana c’era un brulichio di gente; specialmente d’estate era un’armonia di suoni: dal vocio delle persone ai campani delle pecore al pascolo, al tintinnio delle bronzine… al canto degli uccelli… Il fruscio ritmico delle falci fienaie.
Pagliai (nella foto di Maurizio Panerati) descrive mestieri che adesso fanno in pochi o che non esistono più come i loro attrezzi. Senza televisione, le serate trascorrevano fra racconti e letture ad alta voce, nel filare della nonna, nel fuso della zia.
Un’epoca che non è poi così lontana nel tempo ma che è decisamente differente dal nostro quotidiano. Si rammendavano, anziché buttare, i vestiti sciupati. L’alimentazione era davvero a km zero. Legumi e verdure dell’orto, frutti di stagione del podere. E questo valeva anche per le carni. Una vita decisamente più ecosostenibile, in cui per divertirsi bastava poco.
A quei tempi non usava comperare la frutta a parte qualche limone e i mandarini a Natale.
L’autore racconta con amore luoghi del Pistoiese e scene in cui altri lettori potranno specchiarsi. Laureato in Scienze Agrarie alla Scuola Sant’Anna di Pisa, Marcello Pagliai è stato ricercatore del CNR a Pisa e poi direttore dell’Istituto sperimentale per lo studio e la difesa del suolo del ministero dell’Agricoltura e del Centro di ricerca e la sperimentazione in Agricoltura a Firenze. È accademico dei Georgofili. L’amore per i libri, appreso da babbo e mamma, lo accomuna alla moglie Giuliana e lo porta a presentare testi sempre diversi nelle estati di Montemassi, altro luogo del cuore. In questo libro autobiografico che io leggo come un elogio della semplicità si trovano tanti spunti di riflessione.