La mostra “Corpo a corpo” incanta al museo di Vetulonia

Sorprendere più della volta precedente. Quella in cui sei rimasta incantata dalla bellezza. Sembra impossibile ma non lo è al MuVet, il museo archeologico di Vetulonia. Siamo nel comune di Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto, in un luogo caro agli Etruschi. Ogni anno la direttrice scientifica del museo, l’archeologa Simona Rafanelli, con il suo staff e il sostegno del Comune, riesce a creare una mostra evento spettacolare. Nel 2022 un successo straordinario per “A tempo di danza. In armonia, grazia e bellezza”. Quest’anno la mostra si intitola “Corpo a corpo. Dalla bellezza classica dei capolavori del museo archeologico nazionale di Napoli alla classicità del bello nell’opera di Mitoraj”.

Dopo la doppia inaugurazione, a giugno e a luglio, la mostra potrà essere visitata sino a novembre. «Ancora una volta è un sogno, un sogno grande che si è realizzato — ha detto soddisfatta Simona Rafanelli, direttrice del MuVet, alla prima inaugurazione — un sogno che ci porta davanti a interlocutori che non avremmo nemmeno mai sperato di conoscere e di incontrare. Per il terzo anno prosegue la grande avventura con il museo archeologico nazionale di Napoli. E stavolta abbiamo due personaggi straordinari: il presidente della Fondazione Mitoraj di Pietrasanta, Jean Paul Sabatié; il direttore artistico dell’Atelier Mitoraj, Luca Pizzi, che per quasi trent’anni ha affiancato l’artista nelle sculture». Sul palco insieme a loro, durante l’inaugurazione davanti a centinaia di persone, la sindaca Elena Nappi. La presentazione della mostra è stata impreziosita da racconti di aneddoti, tra il canto delle rondini festanti.

«Anche quest’anno — spiega Rafanelli — attraversiamo il tempo, partendo dall’antichità greco classica della prima sala per giungere a dialogare con la contemporaneità. Siamo quindi arrivati al maggior interprete dell’antichità nelle vesti dell’oggi, Igor Mitoraj. Quest’anno il protagonista è l’uomo, che si muove in armonia e bellezza nel cosmo dall’antichità al contemporaneo, immortalato come atleta. Nell’antichità l’atleta è raffigurato nudo, perché è assimilato a un eroe, a un dio; per cui il suo corpo, che è proporzione, armonia e bellezza, diventa specchio dell’armonia e bellezza della divinità». Si inizia quindi, nella prima sala, con lo scultore greco Policleto, grande maestro dell’antichità che fece della ricerca del bello, dell’armonia e della simmetria la propria missione, influenzando scultori antichi, moderni e a noi contemporanei. Il suo Doriforo (il nome significa portatore di lancia) non è arrivato al nostro tempo, ma lo conosciamo da repliche in marmo di epoca romana; la più famosa è conservata al museo archeologico nazionale di Napoli, e protagonista a Vetulonia è un’erma bronzea restituita dallo scavo della Villa dei Papiri di Ercolano, tratta da un calco dell’originale di Policleto. Quegli occhi ti osservano da lontano facendoti sussultare. Proviene dal museo di Napoli anche il pugile da Sorrento del I secolo dopo Cristo.


«Continuiamo la nostra collaborazione con il grande museo partenopeo — sottolinea la sindaca Elena Nappi, che segue in prima persona le politiche culturali del Comune di Castiglione della Pescaia — e lo facciamo nella ferma convinzione di dare vita a una nuova manifestazione di caratura internazionale, il cui notevole spessore si traduca nei termini di un accrescimento della capacità di attrazione del nostro territorio, forse ancora maggiore di quella dell’esposizione 2022, che portò al MuVet un nuovo record di presenze. La mostra esalta il valore universalmente positivo dello sport».

La direttrice del museo, Simona Rafanelli, vicino all’erma bronzea di Ercolano

L’allestimento della mostra è a cura di Luigi Rafanelli e Antonella Russo. Tra le opere in mostra anche i celeberrimi Corridori della Villa dei Papiri di Ercolano. L’antichità dialoga con il contemporaneo: lo splendido “Nudo”, capolavoro di Mitoraj, è al centro di una piccola sala che per bellezza e intensità dà il capogiro.

Il “Nudo” di Igor Mitoraj

Posti a dialogare, come in uno specchio, con i capolavori scultorei in marmo e in bronzo concessi in prestito dal museo archeologico nazionale di Napoli figurano i quadri fotografici di Luigi Spina, il maggior fotografo d’arte contemporaneo.

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