“La locanda” di Camogli, una favola moderna

Quando i libri portano a visitare i luoghi dove sono ambientati

“Vedrà, il tramonto qui sul mare è uno spettacolo meraviglioso”. Ma quel panorama è un’attesa lunga dieci anni. Proprio così: Libero, il protagonista maschile del romanzo “La locanda dell’ultima solitudine” di Alessandro Barbaglia, telefona per prenotare un tavolo per il 20 luglio ma non dell’anno in cui sta chiamando bensì di dieci anni dopo. L’uomo all’altro capo del telefono non può che sbottare per una richiesta tanto assurda da sembrare uno scherzo. È il tempo necessario per trovare lei. Libero è certo anche del fatto che in quella locanda di legno arroccata sul mare a Punta Chiappa, Camogli, tutta la sua vita d’improvviso cambierà.

Ricci color rame scuro, disordinati come i suoi pensieri, Libero ha 27 anni e abita in un appartamento tutto blu e quasi vuoto di una grande città. Ama le attese, ne è davvero un esperto, e soprattutto si allena nell’aspettare la donna della sua vita che finisce con l’idealizzare. Parallelamente alla vita di Libero seguiamo quella di Viola, diciannovenne che vive nel piccolo bordo di Bisogno. Sua madre, Margherita, le insegna l’arte di accordare i fiori, che si tramanda di generazione in generazione. Barbaglia narra quest’arte con grande fantasia e originalità.

“Vedi, Viola, i fiori vanno accordati, perché se no si scordano. E un fiore scordato è solo un ricordo appassito”.

La ragazza, però, è inquieta e sogna la fuga. Ma i sogni, come le insegna la nonna, vanno seminati d’inverno perché, se resistono al freddo e al gelo, in primavera sbocceranno splendidi e forti. Ed è allora che bisogna prendersene cura, senza abbandonarli mai.

Ha la forza e la magia delle fiabe che resistono al tempo “La locanda dell’ultima solitudine”, romanzo d’esordio di Alessandro Barbaglia che ha riscosso subito un grande consenso, arrivando anche in finale al Premio Bancarella, e che è stato il primo di molti altri suoi libri di successo.

Anch’io, come Libero, sono un’esperta di attese e ci ho messo degli anni per vedere finalmente Camogli. Capisco che possa nascere una domanda legittima: come si fa a non esserci andati prima? Non lo so, forse c’è un momento, quello giusto, è arrivato. Adesso mi sembra di aver pienamente compreso il libro, il fascino di quel tramonto e del lungomare di Camogli, con un gatto che mi guarda da un trompe l’oeil.

Titolo: La locanda dell’ultima solitudine Autore: Alessandro Barbaglia Casa editrice: Mondadori Pagine: 170 I edizione: gennaio 2017

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