Il romanzo di Cavina, Bompiani, lancia il nuovo detective Moretti
Siamo in Romagna, l’estate scivola via dolcemente. La brigata della pizzeria Gradisca di Galatea a Mare lavora cantando, tra momenti di scherno e sclero. L’incipit del romanzo “L’ananas no. Un giallo romagnolo” di Cristiano Cavina (Bompiani), forse sapendo che si tratta di crime fiction, induce a pensare al sangue di un delitto più che al pomodoro della pizza. E questo piccolo inganno percettivo dà inizio al gioco di indizi con il lettore.
Il protagonista del romanzo è Manolo Moretti “che i casi della vita avevano portato dalla divisa di sovrintendente della penitenziaria al grembiule da pizzaiolo, in quello che a lui sembrava un ruzzolone senza fine”. Un cinquantenne che ha perso tutto quello che amava, e per cui l’unico improbabile salvagente sono proprio i gesti quotidiani del pizzaiolo. A volere la pizza all’ananas per accontentare alcuni turisti è Victor Malpezzi, classe 1968, “che i casi della vita avevano portato dalla tuta di detenuto alla camicia hawaiana di proprietario di una catena di pizzerie in quella che a lui sembrava una cavalcata trionfale”. Due parabole alla rovescia.
In cucina lavorano anche Zafàr, la Gina, ottantenne lavapiatti, la Sabri, e Chanel, appassionata di crime. A far sorridere sono assurde richieste dei clienti e le originali risposte di Moretti.
“Voi come la fate la quattro stagioni?”. Chiese la voce. Ci siamo, pensò sconsolato Moretti. Tirò un profondo respirone: “Nord-ovest funghi, nord-est uovo sodo, sud-ovest carciofini, sud-est prosciutto cotto”, rispose tutto d’un fiato. Seguì un silenzio perplesso.
Secondo Moretti, dagli ordini si può capire il carattere dei clienti. “Le persone perbene le riconoscevi subito dagli ordini: ogni pizza stava in una mezza riga, una riga intera iniziava a indicare qualche disturbo della personalità. Due righe avevi a che fare con potenziali serial killer”. Per Moretti e il resto dello sgangherato staff del Gradisca era un classico venerdì, la solita corsa contro il tempo, le ordinazioni che si moltiplicavano, i clienti che stravolgono gli ingredienti delle pizze. Finalmente anche quella serata era andata, il relax sembrava avvicinarsi e invece un fatto inaspettato dà una scossa alla trama. Un cliente muore mentre sta mangiando una pizza ai porcini. I funghi sono davvero porcini? Il cliente era allergico a qualcosa? Omicidio? I Carabinieri aprono un’indagine mentre la Chanel, che si era presa un giorno libero proprio quella sera per partecipare con il fidanzato a un tour a Ravenna nei luoghi dei delitti storici, gioca a porre domande e ricostruire l’accaduto. Manolo Moretti si ritrova, suo malgrado, a fare il detective.