“Intarsi danteschi”, uno sguardo angloamericano nel settecentenario del Sommo Poeta

Il convengo internazionale si terrà venerdì 1 e sabato 2 ottobre a Firenze: incontri in presenza e in streaming

Il settecentenario dantesco si arricchisce di un nuovo sguardo, quello angloamericano. Il convegno internazionale “Intarsi danteschi”, organizzato dall’associazione culturale Il Palmerino, si articola in tre incontri: venerdì 1 ottobre alle 10 nella sala del Gonfalone, Palazzo del Pegaso, in via Cavour a Firenze; venerdì 1 ottobre alle 15.30 nella sala Fiamma Ferragamo, The British Institute of Florence Palazzo Lanfredini, sul Lungarno Guicciardini a Firenze; sabato 2 ottobre alle 9.45 alla Colonica di Villa Il Palmerino, via del Palmerino a Firenze. Gli interventi si potranno seguire via streaming in diretta online (per avere il link di accesso occorre registrasi a associazione@palmerino.it). Il comitato scientifico del convegno è composto da Serena Cenni, Elisa Bizzotto, Stefano Maria Evangelista. L’associazione culturale Il Palmerino, che ha sede nella omonima villa, è da molti anni impegnata nella valorizzazione e nella divulgazione del patrimonio culturale a Firenze tra Ottocento e Novecento e, fin dalla sua costituzione nel 2008, ha promosso una molteplicità di iniziative connesse, in parte, ai legami di stima e di amicizia che Vemon Lee – la famosa scrittrice lì vissuta per oltre quarant’anni (1889-1 935) – era riuscita a intrecciare con artiste e artisti internazionali che la frequentavano attirati dal suo talento, dalla sua erudizione e dal suo straordinario potere dialettico. Tra i nomi più noti che si erano avvicendati nel suo salotto vi erano intellettuali di grande rilievo come Henry James, Edith Wharton, Anatole France, Oscar Wilde, John Singer Sargent, Bemard Berenson e, tra gli italiani, Gabriele D’Annunzio, Enrico Nencioni, Carlo Piacei, Pasquale Villari, Angelo de Gubematis, Mario Praz, Telemaco Signorini.

Ma alla Villa Il Palmerino, tra il 1889 e il 1896, era vissuto anche Eugene Lee-Hamilton, il fratello di Vemon Lee, figlio di primo letto della madre della scrittrice, che si era creato una notevole fama come autore di sonetti, sull’onda degli scritti e della filosofia del ‘maestro’ dell’Estetismo inglese, Walter Pater. Eugene Lee-Hamilton, negli anni Settanta dell’Ottocento giovane e promettente attaché
all’ambasciata inglese di Parigi, aveva dovuto abbandonare la carriera diplomatica per
l’insorgere di un’improvvisa paralisi agli arti inferiori che lo aveva costretto a tornare a Firenze nel
1878, per essere accudito dalla madre e dalla sorella che, nel frattempo, si stava affermando come
autrice di eruditi testi di musica, filosofia, estetica. Invalido per diciotto anni, ma intellettualmente
sensibile e creativo, Eugene ritagliò per sé l’ambito della poesia producendo innumerevoli sonetti e
godendo, tra gli altri, dell’apprezzamento di Oscar Wilde, in visita al Palmerino nel 1894,
proprio per fare la sua conoscenza. Oltre alle raccolte di sonetti, nel 1898 Eugene Lee-Hamilton aveva dato alle stampe a Londra, per i tipi dell’editore Grant Richards, una sua traduzione dell’Inferno e aveva portato a compimento la traduzione del Purgatorio. Proprio dall’esistenza della sua traduzione annotata dell’Inferno (The Inferno of Dante. Translated with plain notes by Eugene Lee-Hamilton, come recita la versione inglese), è nata l’idea di celebrare il settecentenario della morte del grande poeta riunendo idealmente a Eugene, alla Villa Il Palmerino e a Firenze, quel gruppo di artisti britannici e americani per i quali Dante e le sue opere furono, nell’Ottocento, un’intensa fonte di ispirazione. Gli anni in cui era attivo il salotto del Palmerino coincidono, infatti, con un periodo di interesse verso l’opera dantesca senza precedenti nel mondo anglosassone, caratterizzato fra l’altro da un notevole intensificarsi di tentativi di traduzione in lingua inglese: dalla prima traduzione integrale della Comedìa nel 1802 ad opera dell’irlandese Henry Boyd, alla celebre versione di H.F. Cary (1814) ristampata più volte, alla traduzione dell’Inferno ad opera di John Aitken Carlyle, fratello del celebre scrittore Thomas Carlyle, apparsa intorno alla metà del secolo, fino a giungere a quella del Purgatorio di C.L. Shadwell, e a Lee-Hamilton, nel 1898. L’intento del convegno “Intarsi danteschi”, che è al contempo internazionale e multidisciplinare, è quello di riunire a Firenze un gruppo di studiosi – dantisti, anglisti, storici dell’arte e comparatisti – in grado di investigare con rigore scientifico le molteplici sfaccettature testuali attraverso le quali l’ispirazione e gli influssi danteschi, le ibridazioni e trasmigrazioni artistiche e culturali incentrate sull’opera del poeta fiorentino, si sono manifestate in ambito angloamericano. L’intervallo temporale considerato inizia con l’età romantica e si snoda lungo tutto l’Ottocento e il primo Novecento, periodi privilegiati nel rapporto di Firenze e la Toscana con il mondo anglosassone.

Venerdì 1 ottobre

I SESSIONE ore 10
Consiglio regionale della Toscana
, Sala del Gonfalone,
Palazzo del Pegaso – via Cavour 4, Firenze
Saluti
Antonio Mazzeo – Presidente del Consiglio regionale della Toscana
Introduce e presiede: Serena Cenni
Stefano Maria Evangelista (Trinity College – Università di Oxford) L’Inferno
di Eugene Lee-Hamilton
Francesco Marroni (Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara) La versione di Carlyle: Dante e il romanzo vittoriano
Francesca Castellani (Università IUAV di Venezia) Lemmi figurativi danteschi: ricorrenze nell’arte del XIX secolo
Claudia Corti (Università di Firenze) Blake e Dante nell’Inferno fiorentino, a caccia di ladri
Loretta Innocenti (Università di Venezia – Ca’ Foscari) Di centenario in centenario: ‘La profezia di Dante’ di Lord Byron

II SESSIONE ore 15.30
Sala Fiamma Ferragamo, The British Institute of Florence
Palazzo Lanfredini, Lungarno Guicciardini 9
Presiede: Giovanna Mochi
Alex Roger Falzon (Università di Siena) Shelley, Keats & Dante
Enrichetta Soccio (Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara) ‘La Beatrice di Dante’ di Gabriele Rossetti: ritratto di donna
Susan Payne (Università di Firenze) Found in Translation: D.G.Rossetti’s Translating of Dante’s ‘Vita Nova’
into English
Joseph Luzzi (Bard College – New York) Adventures in inglese: Longfellow’s ‘Commedia’ and Its Legacies
Mario Domenichelli (Università di Firenze) Dante e i Preraffaelliti

Sabato 2 ottobre

III SESSIONE ore 9.45
La Colonica di Villa Il Palmerino, via del Palmerino 6
Presiede: Elisa Bizzotto
Laura Desideri (già direttrice Biblioteca Gabinetto G.P. Vieusseux) Lettori e traduttori di Dante al Vieusseux
Silvio Balloni (studioso indipendente – Firenze) La collezione dantesca del Barone Seymour Stocker Kirkup: notizie inedite e riscoperte
Alessandro Gentili (James Madison University – Firenze) Ugolino nell’ ‘Inferno’ di Eugene Lee-Hamilton
Lene Østermark-Johansen (Università di Copenhagen) “Galeotto fu il libro”: Depicting Paolo and Francesca and the Dangers of Reading in Nineteenth-Century Art
Angelo Maria Mangini (Università di Bologna) Strange Meetings: incontri danteschi nella poesia di Wilfred Owen.

Il convegno internazionale è organizzato dall’associazione culturale Il Palmerino, in collaborazione con il Consiglio regionale della Toscana e del British Institute of Florence, con il patrocinio del Gabinetto Vieusseux.

Professoressa Serena Cenni:

“Partendo dalla figura di Eugene Lee-Hamilton, con questo convegno miriamo a dare una visione multiprospettica e polifonica della presenza e influenza dantesca su artisti angloamericani, in gran parte vissuti a Firenze. Un convegno multidisciplinare che coinvolge non solo anglisti ma storici dell’arte, dantisti e comparatisti in grado di investigare con rigore scientifico le molteplici sfaccettature testuali attraverso le quali l’ispirazione e gli influssi danteschi, le ibridazioni e trasmigrazioni artistiche e culturali incentrate sull’opera del poeta fiorentino si sono manifestate in ambito angloamericano”.

La Terrazza: incontri pop a San Casciano dei Bagni

Siamo immersi nel paesaggio toscano da cartolina. Cosa c’è di più naturale di ritrovarsi su una panchina del paese a parlare del più e del meno? Inizia proprio da una “panchina” affacciata su uno splendido panorama, la rassegna di incontri “La Terrazza”, nata a San Casciano dei Bagni. Il borgo conta nel centro storico 72 abitanti, ma ne annovera molti altri sparsi per il mondo.
“La Terrazza è la fotografia di un piccolo paese che non si arrende alle difficoltà e anzi rilancia”, così la sindaca Agnese Carletti descrive la prima manifestazione culturale di respiro nazionale nata a San Casciano dei Bagni cinque anni fa dall’entusiasmo di chi ama questo luogo. Affacciata sulla campagna senese, a sottolineare il legame indissolubile con il territorio e il suo paesaggio, La Terrazza propone 15 appuntamenti dal 3 luglio all’11 settembre alle 17.30, 18.30 o alle 21.30, tutti a ingresso libero, grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale e al contributo del Consiglio regionale della Toscana, insieme a sponsor privati (necessaria la prenotazione info@laterrazzaincontri.com).

Federica Damiani, presidente dell’associazione culturale La Terrazza, fra le ideatrici del progetto nato per promuovere il borgo senese attraverso incontri di arte, cinema, letteratura, giornalismo, politica, sport ed economia, spiega come il nome “La Terrazza”, oltre ad essere un omaggio a Ettore Scola, sia stato ispirato dal concetto di Agorà, un luogo dove vivono idee, storie, talenti e conoscenze in una comunità curiosa del mondo. Non a caso il simbolo scelto per rappresentare l’associazione è la panchina. In ogni paese c’è una panchina del cuore. Quella dove si è dato il primo bacio, dove si aspettano gli amici, l’amore.  “Il colore scelto in questo anno di rinascita — spiega Damiani — è il rosso, proprio come la passione che alimenta le storie di vita che ascolteremo dalla voce dei nostri ospiti”.


Da sabato 3 luglio si inaugura il salotto più pop dell’estate della provincia senese, che vede dialogare Csaba dalla Zorza, scrittrice e conduttrice televisiva, esperta di lifestyle, con Maurizio Marinella, re del Made in Italy con le sue cravatte, realizzate da artigiani partenopei che hanno vestito reali e capi di Stato, nonché attori come Totò e Eduardo de Filippo.
Si parlerà di sport il 10 luglio con Max Sirena, skipper di Luna Rossa. Ci racconterà la determinazione del team che ha fatto la storia nella finale contro New Zealand nell’America’s Cup 2021. Sulla terrazza quella sera ci sarà anche l’attrice Cristiana Capotondi.
L’11 luglio parlerà il professor Romano Prodi con Dario di Vico, editorialista del Corriere della Sera. Si discuterà di quelle che saranno le conseguenze e le opportunità per il futuro del nostro Paese e dei giovani dopo la pandemia: Prodi, fondatore e leader de L’Ulivo, due volte Presidente del Consiglio e riferimento per molti politici europei, incontrerà il pubblico della Terrazza in una chiacchierata informale come nello spirito della manifestazione.
Si parlerà di cinema con l’attore e regista Marco d’Amore, volto noto della serie Gomorra. Con il film L’Immortale ha vinto il Nastro d’Argento nel 2019 come miglior regista esordiente. Con lui sul palco la giornalista cinematografica Laura Delli Colli, il 17 luglio.
Il 23 luglio con Isabella Ferrari sarà ancora il cinema protagonista. Attraverso la carriera dell’attrice, icona italiana, intervistata dalla giornalista Paola Jacobbi, si ripercorrerà un pezzo di storia italiana, dagli anni del successo di Sapore di mare di Carlo Vanzina, film cult anni ’80, a La Grande Bellezza che le è valso un Nastro d’Argento nel 2014.
Scrittori, sceneggiatori, imprenditori di successo si susseguiranno sulla panchina de La Terrazza come lo sceneggiatore Alessandro Bencivenni, insieme alla scrittrice Gaia de Beaumont (30 luglio), Marco Damilano ricorderà Giampaolo Pansa, insieme alla scrittrice Adele Grisendi, moglie e autrice del libro La mia vita con Giampaolo Pansa (31 luglio).
Sulla panchina non mancheranno performance teatrali e musicali: l’attrice Fabrizia Sacchi, vincitrice di un David di Donatello e di un Nastro d’Argento per il film Viaggio sola, che porta a La Terrazza il monologo Stabat Mater tratto dal testo originale di Antonio Tarantino per la regia di Luca Guadagnino. Un lamento struggente di una madre napoletana, Maria Croce, emigrata a Torino.
Ancora fisici ed economisti, come la coppia Joseph Ingram e Bernard F. Schutz, intervistati il 12 agosto dal giornalista del Sole 24 Ore Carlo Marroni. Per chiudere con Dante nella lectio magistralis dello storico dell’arte, neoeletto rettore dell’Università per stranieri di Siena,  Tomaso Montanari l’11 settembre: “Dante e le due lingue degli Italiani”.

Tutte le tappe della 1000 Miglia

La Freccia Rossa dal 16 al 19 giugno porta il suo intramontabile fascino dal nord al centro Italia. Mercoledì 16 giugno le 375 auto ammesse in gara, oltre ad alcuni esemplari di particolare pregio iscritti in Lista Speciale, partiranno dalla tradizionale rampa di Viale Venezia a Brescia per farvi ritorno sabato 19. Lungo tutta la lunghezza del percorso saranno all’incirca duecento i comuni attraversati dalla
competizione che, come di consueto, vedrà il giro di boa a Roma al termine della seconda
giornata di gara.
Per la prima volta nella storia della 1000 Miglia rievocativa e riprendendo il senso antiorario di alcune edizioni della corsa di velocità disputata tra il 1927 e il 1957, il senso di marcia della gara sarà invertito: mercoledì 16 giugno, gli equipaggi da Brescia si dirigeranno verso la costa tirrenica, affronteranno già nella prima giornata il Passo della Cisa e concluderanno la prima tappa nella serata a Viareggio. La partenza della seconda
giornata di gara, che avverrà dalla Cittadella del Carnevale, vedrà le auto proseguire verso
Pisa fino a Castiglione della Pescaia, sede del pranzo, e continuare nel cuore della
Maremma di Grosseto fino alla cena in gara a Viterbo; da qui la ripartenza alla volta della
capitale per concludere la seconda giornata con la passerella in Via Veneto.
Venerdì 18 la risalita delle auto verso nord: partendo da Roma dopo
l’attraversamento di Orvieto e Cortona, la sosta pranzo ad Arezzo e il transito nel Chianti,
le auto supereranno il Passo della Futa e della Raticosa per giungere a Bologna e
concludere la terza tappa. Sabato 19 giugno, quarta e ultima giornata di gara, gli equipaggi
giungeranno al traguardo di Brescia dopo aver salutato l’Emilia di Reggio e Modena, il
Veneto a Verona, dove le auto sosteranno in piazza Bra, e il Lago di Garda con il tradizionale
passaggio a Sirmione e per la prima volta a Salò. a Brescia. Vediamo nel dettaglio tutti i territori che saranno attraversati: (16 giugno) Brescia, Montirone, Cremona, Busseto, Parma, Sarzana, Viareggio; (17 giugno) Pisa, Rosignano Marittimo, Bibbona, Castagneto Carducci, Massa Marittima, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Marta, Viterbo, Ronciglione, Roma; (18 giugno) Civita Castellana, Amelia, Orvieto, Cortona, Arezzo, Montevarchi, Radda in Chianti, Prato, Barberino di Mugello, Bologna; (19 giugno) Modena, Reggio Emilia, Mantova, Verona, Sirmione, Desenzano, Salò, Brescia.
Tra le circa 400 vetture che prenderanno parte alla 1000 Miglia del 2021, una settantina di esemplari ritorna a Brescia dopo aver partecipato ad almeno una delle ventiquattro edizioni di velocità disputate dal 1927 al 1957.
Quelle con il passato più glorioso sono tre Alfa Romeo 6C 1750 carrozzate Zagato, identiche a quelle che trionfarono nel 1929 con Giuseppe Campari e nel 1930 con Tazio Nuvolari. Sempre della Casa del Biscione sarà presente la 8C 2900 A carrozzeria “Botticella”: nel 1936, per conto della Scuderia Ferrari, partecipò alla 1000 Miglia classificandosi terza assoluto guidata da Carlo Pintacuda.
Tra le diciotto vetture costruite a Maranello che saranno schierate al via, quelle con il palmarès più importante sono la Ferrari 340 America Spider Vignale, che fu condotta alla 1000 Miglia del 1952 da Pietro Taruffi, e la 275/340 America Scaglietti; la sigla indica che la vettura nacque come 275 nel 1950, anno nel quale disputò la sua prima 1000 Miglia, e fui poi trasformata dalla Casa del Cavallino Rampante in 340 America, configurazione con la quale partecipò alla Freccia Rossa pure nel 1951 e 1952.
Citazione d’obbligo, infine, per altri esemplari dallo straordinario valore storico e dall’intenso
passato sportivo che figurano nell’ordine di partenza della 1000 Miglia 2021: due Bugatti Type 35 e cinque Bugatti Type 37; tre Maserati da corsa “ufficiali” della Casa del Tridente; undici Mercedes-Benz 300 SL, le famose “Ali di Gabbiano”, tra le quali c’è una versione prototipo che nel 1952 fu utilizzata dalla squadra ufficiale di Stoccarda per effettuare gli allenamenti lungo il tracciato di gara e per ultime, ma vittoriose nella prima edizione del 1927, sette O.M. 665 “Superba”, soprannome guadagnato grazie alle numerose vittorie.

“Chianti Lovers” in Fortezza

Va in scena domenica 16 febbraio 2020 alla Fortezza da Basso di Firenze la sesta edizione di “Chianti Lovers”. Sono 119 le aziende coinvolte, 488 le etichette in degustazione e 206 in anteprima. L’evento è promosso dal Consorzio Vino Chianti e dal Consorzio Tutela Morellino di Scansano: lo scorso anno, in una sola giornata, ha richiamato ben 4 mila visitatori.

L’appuntamento all’interno del padiglione Cavaniglia, realizzato con il cofinanziamento della Regione Toscana, è dalle 16 alle 21, mentre dalle 9.30 fino alle 16 potranno accedere solo operatori di settore accreditati.  Si potranno degustare le nuove annate Chianti DOCG 2019 e Riserva 2017 e Morellino di Scansano DOCG Annata 2019 e Riserva 2017, in uscita quest’anno. Protagonisti saranno dunque, sul fronte del Chianti, i vini delle aziende del Consorzio e dei Consorzi di Sottozona: Rufina, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colli Aretini, Montalbano, Colline Pisane, Montespertoli, oltre alle etichette di 24 cantine maremmane per il Morellino di Scansano.

“Chianti Lovers è cresciuto – spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – e ha contribuito a consolidare il prestigio della denominazione sul mercato nazionale e internazionale. È uno dei primi, importanti eventi dell’anno, che apre una stagione che ci auguriamo sia positiva come il nostro ultimo bilancio. Abbiamo registrato un 1% di crescita, che in numeri significa un milione di bottiglie in più vendute sui mercati di tutto il mondo. La vendemmia 2019 è in linea con le aspettative, abbiamo raggiunto l’obiettivo della riduzione del 10% delle quantità che ci eravamo dati per mantenere i magazzini in linea con l’andamento commerciale. La qualità è ottima. Il merito di tutto ciò è delle aziende che negli anni scorsi hanno fatto importanti investimenti e oggi oltre il 75% dei vigneti è stato rinnovato”.

“Anteprima Morellino e Chianti Lovers sta diventando un appuntamento fisso nel panorama delle anteprime toscane — commenta Rossano Teglielli, presidente del Consorzio Tutela Morellino di Scansano — ed è il primo grande evento del 2020, attraverso cui presentare le novità del Morellino di Scansano (Annata 2019 e Riserva 2017). Il 2020 sarà un anno importante per la denominazione che guarda al futuro con ottimismo, forte di una vendemmia 2019 di alto livello, che ha dato grandi soddisfazioni sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo”.

Ingresso: 15 €
Prevendite suboxofficetoscana.it
Infoconsorziovinochianti.it
Info: www.consorziomorellino.it

Val delle Rose, il vino incontra l’arte

È passato un anno dalla mia prima visita alla Tenuta Val delle Rose, a pochi minuti da Grosseto, in località Poggio La Mozza. Immersa nel verde delle vigne che distese su collinette creano uno scenografico effetto onda, la cantina unisce tradizione e modernità. Il casale che ieri sera ha accolto i visitatori è adesso completamente restaurato, arredato e curato in ogni dettaglio. Le bottiglie di vino adagiate nelle vetrine di legno scuro, i libri e le foto della Maremma colpiscono subito lo sguardo. E l’attenzione al particolare mi delizia. Come i vasi di rose rosse con i tappi di sughero che sembrano diventare i loro gambi. L’immagine d’impatto è splendida. I vigneti, il cielo sfumato di rosa e grigi al tramonto, il prato verde e le rose di fronte al casale dove gli ospiti degustano vini e piatti tipici come la pappa al pomodoro.

A venti anni dall’acquisizione della Tenuta maremmana, la famiglia Cecchi ha aperto la stagione estiva di Val delle Rose con un nuovo mood e con nuovi obiettivi che puntano non solo alla viticoltura ma anche all’ospitalità. Vino non vuole dire più solo vite e vinificazione, ma anche visite e degustazioni, in una sola parola: enoturismo. A questo proposito, Andrea Cecchi, alla guida dell’azienda con il fratello Cesare, spiega: “Siamo stati fra i primi ad arrivare in Maremma nel 1996, quando acquistammo 25 ettari di terreni vitati che oggi sono arrivati a 180. Abbiamo visto crescere questo territorio e le sue denominazioni e vorremmo dare un contributo a nostra firma. Con questo importante investimento, abbiamo voluto valorizzare questa terra e non solo, ci siamo dati come obiettivo quello di renderlo noto in tutto il mondo creando più reti possibili sia attraverso i nostri vini che attraverso le nostre attività”.

La Tenuta è un luogo dove assaporare la vera Maremma con uno stile elegante e confortevole. A Val delle Rose è possibile fare tour in vigna e in cantina, degustazioni oppure fermarsi per un calice di vino in abbinamento con qualche prodotto locale. Tutto, preferibilmente, su prenotazione. Le varietà coltivate sono il Sangiovese, Merlot, Petit Verdot, Cabernet Sauvignon, Colorino e una superficie sempre più importante di Vermentino. Da queste nascono i vini: Morellino di Scansano Docg, Morellino di Scansano Riserva “Poggio al Leone” Docg, Maremma Toscana “Aurelio” Doc e Maremma Toscana “Litorale” Doc.

Alla fine del 2011 è stata completata la nuova cantina di vinificazione e invecchiamento, collegata all’area dedicata all’ospitalità. Il visitatore si troverà a seguire il percorso che trasforma l’uva in vino alla fine del quale verrà accolto in un ambiente confortevole dove poter degustare la produzione di Val delle Rose. Per gli interni dell’area dedicata all’ospitalità, l’architetto Luigi Fragola, siciliano ma di adozione fiorentina, ha saputo dare calore a tutta la struttura. Sin dall’ampio ingresso, si ha la sensazione di entrare in una dimora privata dove predominano i colori tenui dell’écru e del grigio. Il parquet dona calore e le boiseries che incorniciano le finestre, mostrano la natura circostante come se fosse un quadro. Anche gli esterni sono studiati con professionalità e meticolosità. Si è scelto di utilizzare piante autoctone, disposte in maniera geometrica intorno all’edificio e tutt’intorno. Il risultato è un tripudio di colori e profumi che incantano gli occhi e i sensi.

Per il periodo estivo Val delle Rose ospita quattro importanti appuntamenti legati a diverse arti, il titolo della rassegna è “Val delle Rose presenta…”. Tutti gli appuntamenti hanno lo stesso costo di 20 euro ed è obbligatoria la prenotazione (0564. 409062).

Si arriva per le 19.30 per godere del tramonto sulle vigne, si fa una visita in vigna e in cantina, si degustano i vini della tenuta e si mangia del cibo tipico, per poi seguire uno spettacolo sotto il cielo stellato. Ieri l’inaugurazione con in programma la proiezione del film “Station to Station”, in collaborazione con Lo Schermo dell’Arte.

Sabato 16 luglio farà tappa a Val delle Rose il “Teatro nel bicchiere”, originale festival itinerante di teatro, vino e performance, con lo spettacolo comico “Le Sommelier” di Freak Clown.

Sabato 6 agosto “Divino Flamenco”, una serata di danza con il flamenco di Francesca Stocchi. Un momento unico di condivisione attraverso uno spettacolo coinvolgente dove il dialogo tra vino e arte avviene tramite il flamenco.

Sabato 10 settembre “Musica da Ripostiglio” in concerto con il loro coinvolgente repertorio swing dalle influenze gitane e francesi.